Massimo Ferrero si rivolge direttamente ai Friedkin con una lettera appassionata: chiede un nuovo inizio per la Roma, basato sull’amore e la competenza.
Un grido appassionato e accorato, quello di Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria, che ha affidato alle pagine di LaPresse una lettera aperta ai Friedkin, attuali proprietari della Roma. La sua è una richiesta chiara: la Roma deve essere rifondata, le scelte recenti non stanno portando risultati e servono decisioni più incisive, in grado di restituire ai tifosi il calcio che meritano. Con una dichiarazione di amore profondo per la squadra, Ferrero non esita a mostrarsi profondamente critico verso la gestione attuale e i consiglieri che ruotano intorno alla dirigenza.
Ferrero racconta le sue radici: cresciuto con il cuore che batte per la Roma di Di Bartolomei e Liedholm, nella curva, con una passione che definisce eterna. È proprio questo amore per la maglia giallorossa a spingerlo a rompere il silenzio, esprimendo frustrazione e amarezza per le scelte compiute da quando i Friedkin sono alla guida del club. “Basta mettere toppe e buttare soldi”, afferma senza mezzi termini, e poi rincara: “Ha speso milioni, ma li ha buttati”. La sua critica non è rivolta direttamente al presidente Friedkin, verso il quale mostra rispetto, ma piuttosto verso i consiglieri e i direttori sportivi stranieri, accusati di non conoscere a fondo il “mondo romanista” e di non comprendere il valore sentimentale e culturale che la Roma rappresenta.
Ferrero attacca la scelta di affidarsi a dirigenti e direttori sportivi stranieri come Monchi o Ghisolfi, accusandoli di non avere la sensibilità necessaria per gestire un club dalla storia e dalla tradizione così forti come la Roma. Secondo Ferrero, un club come la Roma non può essere gestito come un organismo internazionale; per lui, serve un ritorno alle radici, alle eccellenze calcistiche locali, e un’organizzazione che rispecchi la città e i suoi tifosi. “La Roma non è un parlamento europeo, non siamo l’ONU, siamo la Roma,” ribadisce con passione, lanciando un appello affinché la società scelga di rappresentare al meglio lo spirito romanista, senza affidarsi a figure che, a suo dire, hanno fatto più danni che progressi.
Ferrero evidenzia anche il proprio disinteresse personale per un ritorno al calcio professionistico, affermando di non essere alla ricerca né di un incarico né di denaro. Il suo unico obiettivo, dice, è quello di regalare un sogno ai tifosi romanisti, di rivedere la sua squadra del cuore giocare un calcio che sia degno di una piazza prestigiosa come quella giallorossa. Il calcio, per Ferrero, non è solo competizione, ma “amore e passione”, sentimenti che ritiene imprescindibili per ottenere il sostegno dei tifosi e riempire lo stadio.
Nella lettera, Ferrero si rivolge direttamente al presidente Dan Friedkin, chiedendogli di dare ai tifosi una squadra che possa rappresentare il vero calcio romanista. “Lei vuole lo stadio sold out? Ci regali il calcio” scrive, criticando duramente quella che percepisce come un’eccessiva distanza tra la proprietà e la tifoseria. Ferrero insiste sul bisogno di un cambio di rotta, di una gestione più vicina alla squadra e ai tifosi, non solo basata sugli investimenti economici. E prosegue: “Oggi ci ha regalato solo pallone, pallonate e pallonari”, una critica amara che si chiude con l’appello a riscattare la Roma.
Infine, Ferrero si dichiara disponibile a prendere il primo volo per New York, solo per discutere con Friedkin il futuro della Roma e la possibilità di dare un nuovo volto alla squadra. A 74 anni, l’ex presidente della Sampdoria afferma che il suo unico desiderio è vedere la Roma rinascere e recuperare il prestigio che merita. Un invito alla dirigenza a riconsiderare le sue scelte e a permettere che lo spirito della Roma torni a vivere, con meno spese inutili e più attenzione alle radici del club.
Ferrero si fa portavoce di un appello che, certamente, troverà eco tra i tifosi: un ritorno alle origini, alla tradizione e alla passione, per una Roma capace di emozionare e di rappresentare al meglio il cuore dei suoi sostenitori.
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