Tra tensioni e misure di sicurezza, Peñarol e Botafogo si preparano a una semifinale accesa di Copa Libertadores, con il ritorno che si preannuncia esplosivo.
C’è una certa tensione che aleggia sul ritorno della semifinale di Copa Libertadores tra Peñarol e Botafogo, un clima carico di aspettative, ma anche di preoccupazioni. Con il 5-0 già segnato dal Botafogo nella gara d’andata, il ritorno in programma questo mercoledì a Montevideo non lascia molto spazio alle speranze dei tifosi uruguaiani. Eppure, il problema qui non è solo calcistico. L’atmosfera è tesa a causa degli scontri violenti che hanno avuto luogo la scorsa settimana a Rio de Janeiro tra i tifosi delle due squadre. Ora, a Montevideo, le autorità hanno deciso di prendere misure drastiche per evitare possibili rappresaglie.
Il Ministro dell’Interno uruguaiano, Nicolás Martinelli, ha dichiarato che “a causa degli incidenti violenti” è stato deciso di vietare l’accesso ai tifosi del Botafogo all’Estadio Campeón del Siglo. Una scelta per garantire la sicurezza e scongiurare ulteriori disordini tra le due tifoserie, già in rotta di collisione dopo gli scontri avvenuti in Brasile. Non si tratta di una decisione leggera: l’obiettivo è prevenire potenziali ritorsioni e creare un ambiente più controllato per questo appuntamento sportivo che ha visto fin troppo spesso la tensione riversarsi fuori dal campo.
Gli incidenti di Rio de Janeiro e il rischio di nuove tensioni
L’escalation di violenza a Rio de Janeiro ha coinvolto centinaia di tifosi uruguaiani, con almeno 250 arresti da parte delle forze dell’ordine brasiliane. Gli episodi più gravi si sono verificati nelle ore immediatamente precedenti alla partita, con scontri sulla spiaggia e attacchi contro i pullman che trasportavano i sostenitori del Peñarol. La situazione si è aggravata al punto da richiedere un intervento massiccio delle forze dell’ordine brasiliane, un intervento che però ha lasciato pesanti strascichi, con alcuni tifosi uruguaiani ancora bloccati in Brasile.
Per questo, il Peñarol ha espresso la propria intenzione di presentare un reclamo ufficiale alla CONMEBOL. La società uruguaiana, insieme a diversi club argentini, lamenta un trattamento violento e repressivo da parte della polizia brasiliana nei confronti dei tifosi delle squadre del Río de la Plata. Il reclamo punta a evidenziare le condizioni difficili in cui le squadre e i loro sostenitori si trovano spesso durante le trasferte in Brasile, una situazione che secondo loro richiede un’attenzione maggiore da parte delle autorità sportive.
Botafogo: una vittoria travolgente e un possibile trionfo in vista
Sul fronte sportivo, il Botafogo ha dato una dimostrazione di forza senza precedenti nella partita d’andata, vincendo 5-0 e ipotecando quasi sicuramente il passaggio in finale. Tra i protagonisti della vittoria, il venezuelano Savarino ha brillato con una doppietta (51° e 59° minuto), seguito dall’argentino Alexander Barboza al 55°, Luiz Henrique al 73° e Igor Jesus al 79°. Questa prestazione ha lasciato pochi dubbi sulle intenzioni del Botafogo, squadra che sta dominando non solo in Copa Libertadores ma anche in Brasileirão, dove mantiene la testa della classifica.
La squadra brasiliana, già solida e determinata, ha recentemente accolto due rinforzi di prestigio: Thiago Almada e Oscar Romero, entrambi con un passato nel Racing Club, segno della chiara ambizione di consolidarsi come forza dominante nel calcio sudamericano.
Il Peñarol, dal canto suo, è concentrato nel tentativo di rispondere con orgoglio nella gara di ritorno. Pur condividendo attualmente il primato in classifica con il Nacional in Uruguay, la formazione di Montevideo non ha avuto modo di disputare partite in questo fine settimana, a causa delle elezioni nazionali. Con una rosa esperta che conta tra le sue fila giocatori di valore come l’ex River Plate Camilo Mayada e Gastón Ramírez (ex San Lorenzo), il Peñarol spera di ribaltare la situazione, anche se la sfida appare quasi impossibile.
Con queste premesse, la sfida di ritorno tra Peñarol e Botafogo si preannuncia come un appuntamento teso e carico di significati, non solo calcistici ma anche legati alla sicurezza e all’ordine pubblico, temi che da troppo tempo accompagnano il cammino delle squadre sudamericane nei grandi tornei continentali.