Dopo anni di successi calcistici, Roberto Firmino ha iniziato un viaggio spirituale che lo riporta alle sue radici in Brasile.
L’ex attaccante del Liverpool, ora in forza all’Al-Ahli in Arabia Saudita, ha recentemente intrapreso un ruolo del tutto nuovo e inatteso: è stato infatti consacrato pastore evangelico insieme a sua moglie, Larissa Pereira, nella Chiesa Manah di Maceió, città dove è nato e cresciuto. La cerimonia è stata un momento profondamente intimo, immortalato da scatti che Firmino ha condiviso con i suoi milioni di fan su Instagram, documentando il suo percorso di fede culminato in questo evento speciale.
Questo è uno di quegli episodi che spiccano nel mondo dello sport, dove raramente vediamo sportivi ancora attivi intraprendere simili percorsi spirituali. Come riportato da Globo, la consacrazione si è svolta il 30 giugno, segnando per Firmino e Larissa l’inizio di una nuova fase, in cui il calcio non è più l’unico terreno su cui costruire il proprio futuro. Mentre si prepara ad affrontare un’altra stagione sui campi di gioco, il brasiliano guarda già al domani, quando, lontano dal rettangolo verde, si dedicherà sempre più intensamente alla missione religiosa.
Un percorso di fede e la consacrazione come pastore
Già durante la sua carriera in Premier League, Firmino aveva mostrato una particolare vicinanza alla religione evangelica. Nel 2020, aveva infatti condiviso un importante momento spirituale con i suoi fan quando si è fatto battezzare dal compagno di squadra e connazionale Alisson, anche lui credente, celebrando il rito nella piscina di casa come da tradizione. E appena un anno dopo, Firmino e Larissa hanno deciso di fondare la Chiesa Manah a Maceió, un progetto nato con l’intento di diffondere il messaggio cristiano e l’amore per il prossimo, due valori che per lui rappresentano una guida.
“Ora il nostro cuore brucia di un desiderio ancora più forte,” ha scritto Firmino in un post social. “Dal nostro primo incontro con Cristo, abbiamo sentito la necessità di condividere con gli altri questo amore che ci ha cambiati. Oggi siamo felici di abbracciare un ruolo di responsabilità come pastori al servizio di Dio,” ha raccontato riferendosi alla scelta sua e della moglie di impegnarsi attivamente nella loro comunità religiosa.
La nuova vita a Maceió, ma con il calcio ancora nel cuore
La passione per il calcio è ancora viva per Firmino, che non ha annunciato alcun ritiro, anzi, è pronto a rappresentare con orgoglio l’Al-Ahli in Arabia Saudita. Questo cambio di rotta verso il ruolo di pastore, però, testimonia l’intenzione di Firmino di prepararsi a un futuro già delineato fuori dal campo. Per molti atleti, il passaggio a una nuova carriera dopo il ritiro è un tema delicato, ma per Firmino la fede sembra avere già tracciato una strada chiara.
In un contesto come quello di Maceió, dove ha vissuto gli anni della giovinezza prima della consacrazione internazionale, Firmino si è riconnesso con le proprie origini e con la comunità che lo ha visto crescere. La sua trasformazione personale lo avvicina ulteriormente ai suoi seguaci, che vedono in lui non solo l’atleta, ma una persona in cerca di una vita di significato, legata profondamente ai valori di famiglia e fede.
Con la sua consacrazione come pastore, Firmino aggiunge una nuova dimensione alla sua immagine pubblica, dimostrando che anche le stelle del calcio possono ritrovare se stesse in modi inaspettati, tornando alle radici e scegliendo di condividere la propria fortuna e ispirazione con gli altri.