Kaladze cambio vita clamoroso: dopo aver vinto tutto con il Milan oggi è sindaco

La storia di Kakhaber Kaladze è un intreccio di successo sportivo e drammi personali, un percorso che lo ha portato da San Siro alla scena politica della Georgia.

L’ex difensore del Milan, con un palmarès invidiabile e una carriera che lo ha visto due volte campione d’Europa sotto la guida di Carlo Ancelotti, ha scritto una pagina importante nella storia del calcio e, successivamente, nella politica del suo paese.

Kaladze è stato protagonista con il Milan in anni d’oro, vincendo uno Scudetto, una Coppa Italia, un Mondiale per club, una Supercoppa Italiana e una Supercoppa Europea. Ma il suo legame con la Georgia, la sua patria, lo ha sempre accompagnato, tanto da spingerlo verso una missione molto più ampia e complessa.

Il dramma del fratello scomparso

La sua storia personale, già segnata da una determinazione fuori dal comune, prende una piega dolorosa nel maggio del 2001. Poco dopo il suo trasferimento dalla Dinamo Kiev al Milan, arriva la notizia che suo fratello minore, Levan, è stato rapito in Georgia. Uscito dal Policlinico di Tbilisi, il giovane viene sequestrato da alcuni malviventi che chiedono un riscatto. Per Kaladze inizia un periodo di profonda angoscia, amplificato dalle tensioni e dall’instabilità politica nel paese, dove conflitti militari e disordini si susseguono senza sosta. Mentre scendeva in campo, continuava a vivere con il peso di questa tragedia personale, cercando di trovare speranza nell’attesa.

Purtroppo, ogni speranza si spegne nel 2006 quando, tra i corpi senza vita ritrovati l’anno precedente, viene identificato anche quello di Levan. Questo evento segna profondamente Kaladze, ma lo rafforza e contribuisce a formare la sua determinazione per un cambiamento reale.

Dalla carriera calcistica al desiderio di cambiamento

Nonostante il dolore, Kaladze diventa un pilastro del Milan, contribuendo alle vittorie della squadra e guadagnandosi un posto speciale nel cuore dei tifosi rossoneri. Dopo nove anni a Milano, decide di chiudere la carriera nel Genoa per poi ritirarsi definitivamente nel 2012. Ma per lui, il calcio non è stato che una parte di una missione più grande: aiutare la sua patria e trasformarla, per offrire ai suoi connazionali un futuro migliore.

Spinto da questo desiderio, Kaladze si avvicina al mondo della politica e si unisce al partito Sogno Georgiano – Georgia Democratica, che riesce a prevalere sul Movimento Nazionale Unito. Nel nuovo governo, Kaladze assume la carica di Ministro dell’Energia e delle Risorse Naturali e, successivamente, viene nominato Vice Primo Ministro. Durante il suo mandato, riesce a realizzare progetti significativi per il paese, trasformando il settore energetico e gettando le basi per infrastrutture moderne.

La sfida politica e il ruolo di sindaco di Tbilisi

Dopo cinque anni di successo nel governo, Kaladze sceglie di affrontare un’altra sfida: candidarsi a sindaco di Tbilisi, la capitale che rappresenta il cuore pulsante della Georgia. La sua esperienza, il carisma e la determinazione lo portano a conquistare il favore degli elettori. Proprio come sotto i riflettori di San Siro, anche nella politica riesce a dimostrare la sua tempra, vincendo una delle sfide più importanti della sua vita.

“Come politico, non puoi permetterti di perdere,” ha affermato, riflettendo sulla responsabilità di ogni decisione presa e sul profondo legame con il suo paese. “Nel calcio si può perdere, ma le decisioni politiche influiscono sulla vita delle persone.” Il suo successo, come lui stesso ha dichiarato, è merito della mentalità vincente che ha sviluppato grazie all’esperienza calcistica e che ora cerca di trasferire nella sua attività politica.

Una vita forgiata dalla sofferenza e dall’amore per la Georgia

Kaladze ha dimostrato che il successo non è solo un traguardo, ma una costante ricerca di significato e di dedizione agli altri. La sua è una storia di sacrificio e ambizione, di chi ha vissuto momenti difficili e ha trovato nell’amore per il proprio paese la forza per andare avanti e fare la differenza.

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