A 44 anni, Sebastien Frey si racconta senza filtri, rivelando come i sogni e l’adrenalina abbiano riempito il suo percorso sportivo e personale.
Nella sua autobiografia “Istinto puro”, scritta insieme a Federico Calabrese e pubblicata da Minerva, l’ex portiere francese ripercorre le tappe di una carriera che lo ha portato a essere tra i calciatori stranieri più presenti in Serie A, con 446 partite. Cresciuto in una famiglia dalle radici non scioviniste, Frey si è distinto come un campione controcorrente, guadagnandosi un posto di rilievo in Italia.
Il ricordo dell’Inter e l’incontro con Roberto Baggio
Frey non dimentica mai il giorno del 1998, quando approdò all’Inter e si trovò a vivere il “grande calcio.” Tra i compagni di squadra c’era Roberto Baggio, che per lui è stato molto più di un amico. Frey racconta come il “Divin Codino” gli abbia letteralmente salvato la vita: “Nel 2006, un grave incidente al ginocchio ha messo a rischio la mia carriera. Vedendo i medici scuotere la testa, sentivo la paura crescere”. In quel momento, fu Baggio a ispirarlo: “Sapevo che anche lui aveva attraversato lo stesso calvario. Lo chiamai, e quella conversazione cambiò la mia esistenza”.
Un nuovo cammino spirituale
Da quella telefonata Frey non ha ottenuto solo conforto, ma ha intrapreso un percorso di vita basato sulla filosofia buddhista. “Grazie a Baggio, ho scoperto una profondità che non conoscevo. Praticare il buddismo mi ha reso un uomo più sereno e in pace con il mondo”, racconta Frey, che da allora ha trovato nella spiritualità un pilastro fondamentale.
Una carriera che ha rivoluzionato il ruolo del portiere
Parlando dell’evoluzione del calcio, Frey sottolinea quanto il ruolo del portiere sia cambiato. Sommer, portiere dell’Inter, è stato recentemente impegnato con i piedi più di molti giocatori di movimento, confermando come oggi sia più che mai coinvolto nel gioco. Frey si ritiene fortunato a essere stato un precursore, anche grazie a Cesare Prandelli, che lo allenava ai tempi del Parma e lo spinse a giocare con i piedi, una tattica innovativa per quei tempi. “Oggi tutti i portieri giocano con i piedi, ma allora era una novità che pochi comprendevano”.
Nessun rimpianto, ma il sorriso per l’amico Totti
Oggi, lontano dal campo, Frey guarda alla sua carriera con soddisfazione e senza alcun rimpianto: “Ho avuto una carriera straordinaria, ora mi dedico alla famiglia e agli amici”. Recentemente ha scherzato anche con Francesco Totti, quando l’ex capitano della Roma ha detto di ricevere ancora offerte dai club di Serie A. “L’ho chiamato subito, dicendogli: ‘Francesco, ma non eri diventato un campione di padel?’” Totti, come racconta Frey, ha reagito con una risata, confermando l’eccezionale spirito che ancora lo contraddistingue.
Frey è oggi un uomo che ha trovato equilibrio e pace, un percorso che sente di dover anche al calcio e alle persone che ha incontrato nel suo cammino. E questo, forse, è l’aspetto più prezioso del suo racconto.